La storica ferrovia a scartamento metrico Genova-Casella, tanto amata dai genovesi, rivive oggi un momento felice dopo decenni (1949-2002) di Gestione Commissariale e dopo una lunga chiusura per ammodernare la linea (anche a causa di importanti danni portati da una tragica alluvione). Caratterizzata da un tracciato suggestivo e molto tortuoso, inizia il proprio percorso dalla pittoresca stazioncina con pensiline in stile liberty di Manin. GeCa01Il treno, lentamente, si fa strada passando sul retro di via Burlando e via delle Ginestre, palazzi di un quartiere popolare, e si avvia a mezza costa sulla val Bisagno, lasciandosi in basso i popolosi quartieri di Staglieno e Marassi e alle spalle, ben visibile, il Golfo di Genova. A sinistra del percorso invece abbiamo i forti di Genova, che rimangono più in alto rispetto alla ferrovia: la linea è ricca di suggestione, con viadotti stretti e curve tortuose, in uno scenario a tratti surreale. Superate alcune fermate, si raggiungono le stazioni di Trensasco, Campi e Pino, spartiacque tra la valle del Bisagno e la valle del Polcevera. Siamo a circa metà della linea, il mare è ormai un ricordo, e lo scenario muta radicalmente. Siamo adesso in campagna, o meglio, in collina. La campagna per un genovese è diversa rispetto all’idea che può avere un piemontese o un emiliano. Non esistono pianure e la ferrovia si fa strada sempre a mezza costa, lasciandosi 200-300 metri più in basso le strette valli del Bisagno e del rio Sardorella (laterale del Polcevera), traguardando pittoresche località nel comune di Sant’Olcese, passando inmezzo a boschi e radure ove, quasi magicamente, compaiono piccole fermate. Si giunge al valico di Crocetta di Orero (458 m slm, è il più basso dell’appenino Ligure), comune di Serra Riccò, e il treno inizia la sua lenta discesa verso il deposito di Casella ove avviene l’inversione di marcia della vettura (in gergo regressione) per l’attraversamento del ponte Vittorio Veneto (per i primi anni di vita, il trenino, era limitato al deposito al di là del torrente Scrivia). E’ stato un viaggio lento, caratterizzato da rumori di ferrovie antiche, da odori di grasso ferroviario e su mezzi con decenni di vita alla spalle (alcuni sono stati restaurati di recente). Non c’è bambino genovese che non rimanga stupito quando sale per la prima volta su questo affascinante treno senza tempo, su motrici che hanno solcato i binari gloriosi di ferrovie a scartamento ridotto oramai in disuso come la Spoleto Norcia o la Ferrovia della Val di Fiemme. A5Negli ultimi anni una serie di investimenti sono stati messi sul piatto per tentare il rilancio definitivo della linea. La Regione Liguria è intervenuta con ingenti fondi per il recupero del tracciato dopo l’alluvione del 2014 e ciò ha comportato pesanti interventi ai ponti, al sedime ferroviario e alla rete elettrica di alimentazione. Una somma ingente è stata anche investita per la costruzione di un nuovo tram-treno, nello specifico si trattava di un veicolo unico nel suo genere, una sorta di prototipo costruito da Ansaldo (ora Hitachi) basato sulla struttura del tram Sirio. Durante la costruzione del mezzo molti test dei carrelli sono falliti e negli anni ci si è resi sempre più conto che quel treno non sarebbe stato adatto alle caratteristiche della Genova-Casella. Nel 2017 Regione Liguria e Hitachi hanno deciso consensualmente di rinunciare al completamento del prototipo e lo stesso ente regionale ha deciso di reindirizzare i fondi sul materiale rotabile già esistente, in modo da ottimizzarne resa e funzionamento. E’ difficile capire in che modo questa scelta avrà delle ripercussioni sul futuro della linea, ma nel frattempo va sottolineata anche la grande opera di tecnici e volontari che, progressivamente, si sono adoperati per restaurare elettromotrici e carrozze esistenti donando loro una livrea rossa fiammante, destinata a diventare elemento di riconoscimento della ferrovia. La Ferrovia Genova Casella è una delle attrazioni su ferro imperdibili, che merita di essere scoperta, anche come punto di partenza e appoggio per escursione sui sentieri alla spalle di Genova: interseca infatti numerosi segnavia FIE, oltre alla celebre Alta Via dei Monti Liguri, che passa a Crocetta d’Orero, ove ferma anche il nostro trenino. La Ferrovia, proprio per la sua vocazione turistica, è dotata di un suggestivo treno storico, utlizzato in particolari occasioni (o allestito su prenotazione). Di recente è stato utilizzato per lo spettacolo Donne in Guerra, portato in scena dalla compagnia del Teatro Cargo di Genova, che narra coraggiose storie di donne durante la seconda guerra mondiale, i cui destini si intrecciano sul tracciato della ferrovia: il trenino di Casella riuscì, infatti, a sopravvivere nonostante i fitti bombardamenti che Genova subì e venne utilizzato dai genovesi sfollati durante la guerra nell’immediato entroterra.

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Idee per il Trekking

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– Tramite l’impianto AMT della funicolare Zecca-Righi si può raggiungere l’amata collina genovese detta del Righi, e passeggiare sui numerosi sentieri che conducono al Parco del Peralto e ai forti di Genova. In particolare si può salire al Forte Diamante e scendere in località Trensasco ove è possibile intercettare il trenino.

– Dalle fermate di Sant’Antonino e San Pantaleo si possono raggiungere i percorsi dell’acquedotto storico Genovese.

– E’ anche possibile sfruttare la ferrovia di Casella fino alla fermata di Sant’Olcese Tullo e iniziare il percorso naturalistico di Ciaè e verso il rifugio Lorefice.

– A Crocetta d’Orero si interseca l’Alta Via dei Monti Liguri (AVML), l’itinerario che collega Ventimiglia a Sarzana tramite le Alpi Marittime e l’Appenino Ligure, con una rete di 300 km di sentieri.

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Articolo e foto a cura di: Luca Bono