Ogni giorno, sotto gli occhi di tutti, si vedono autobus fermi in vari punti della città in attesa di intervento dei meccanici di AMT oppure di essere trainati dal carro soccorso (in gergo vacca); sovente è capitato di assistere a principi di incendio (specialmente nelle calde giornate estive) e purtroppo anche a mezzi andati completamente a fuoco (per fortuna sempre senza danno per i passeggeri e per il territorio circostante). Spesso si vedono autisti aspettare al capolinea, con il cartellino in mano, la vettura della corsa successiva e prendere questa, lasciando a loro volta altri autisti per strada, con conseguente stress meccanico e termico del mezzo, che porta ad aumentare il numero dei guasti in una spirale che sembra senza fine.
Le linee che dovrebbero essere svolte integralmente da autobus snodati da 18 metri (1–7–13–14–16–17/–18–18/–618), vengono affidate a vetture da 12 metri o anche meno; inutile dire che si va a scalare anche sul resto delle linee, fino ad arrivare a corse saltate e così, per l’utenza, oltre al danno si aggiunge la beffa (lunghe attese e mezzi stipati all’inverosimile).
L’arrivo di circa cento mezzi negli ultimi due anni, in sostituzione di vetture ormai irrecuperabili o con oltre venti anni di servizio, non ha certo risolto la situazione: anche gli arrivi si sono concentrati in maniera massiccia (ben ottantaquattro mezzi) sui 10,8 metri oltre a cinque minibus e a otto vetture da 9 metri. Gli snodati sono il vero problema poiché, spesso, oltre un quarto degli stessi è fermo per guasto e la mancanza di queste vetture provoca il continuo ricorrere a mezzi non idonei per capienza, come scritto sopra. L’arrivo dalla Svizzera di quindici vetture degli anni 2000/2001 e con circa un milione di chilometri sul “groppone” non poteva certo risolvere il problema.
A fine agosto 2018 il parco mezzi di AMT annovera 659 vetture, con un’età media di 13 anni (in questo numero sono compresi anche una ventina di mezzi in fase di dismissione).
La tabella sottostante indica, per ogni tipologia di mezzi, la quantità di vetture e l’età media:
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Per quanto riguarda la quantità, i numeri dicono che in condizioni normali queste vetture dovrebbero essere sufficienti per coprire il picco massimo di uscite contemporanee di autobus (situazione che si presenta nelle ore di punta mattinali dei giorni feriali) stimabile intorno alle 480 unità. Avere costantemente circa 150 vetture ferme ogni giorno rende tutti i calcoli sulle scorte un puro esercizio matematico che nella realtà si traduce in corse saltate e disagi per tutti.
Per quanto concerne l’età media, prendendo come riferimento i suggerimenti della Comunità Europea, che indicano intorno agli 8 anni l’età media del parco mezzi delle aziende di trasporto, salta subito all’occhio che siamo ben lontani da questa situazione, a meno di un profondo rinnovamento complessivo del parco stesso.
L’arrivo di ben ottantaquattro Menarinibus Citymood 10 (le 70xx), con la contemporanea radiazione degli Iveco Turbocity (le 38xx del 1996/1998), ha permesso di dimezzare l’età media delle vetture da 10,8 metri e portarla da venti a quasi undici, ma siamo sempre al di sopra della media ottimale visto che sempre in questa taglia girano ancora ben ventisei Bredabus 2001.10 (per gli appassionati, le 43!) che di anni ne hanno quasi ventotto di media. Queste vetture sono ritenute quasi insostituibili per le linee 35-35/-44, visto che abbinano ad una lunghezza contenuta una gran capacità di carico.
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La cessione in appalto di alcune linee collinari, ha permesso di dismettere alcuni minibus ed è per questo motivo che, solo questa piccola categoria di mezzi, si riscontra un’età media bassissima. Tutto il resto si aggira con medie ben oltre ai dieci anni e non occorre un esperto per capire che, più le vetture invecchiano, più si guastano e più aumentano i costi di manutenzione.
Sembrava imminente l’arrivo di altri mezzi da 9 e 10,8 metri, ma le ultimi voci sulla situazione finanziaria di Industria Italiana Autobus (IIA) non sono molto rassicuranti in tal senso. Nella speranza che quelle di cui sopra si rivelino alla fine solo voci, sarà anche il caso di pensare seriamente all’acquisto degli snodati (ne servirebbero almeno cinquanta per poter garantire una buona qualità di servizio ed evitare impieghi di vetture poco capienti) senza dimenticare i 12 metri e le vetture da 7-8 metri che ormai, da tempo, risultano obsolete.
Il drammatico crollo del ponte Morandi del 14 agosto, con la conseguente istituzione di navette gratuite, ha accentuato ulteriormente le criticità e le mancanze del parco attuale; con l’inizio delle scuole del prossimo 17 settembre e con il ripristino dell’orario invernale, appare sempre più evidente che la situazione è davvero insostenibile, al punto che AMT si è rivolta alla ATM di Milano per cercare di avere dei mezzi in tempi brevissimi e sta guardando con attenzione anche al mercato dell’usato, nella speranza di reperire altre vetture. Molto probabilmente arriverà da Milano una decina di vetture da 12 metri destinate ai servizi navetta, ma sicuramente saranno autobus con oltre dieci anni di anzianità che l’azienda meneghina aveva già in mente di accantonare in vista di futuri nuovi acquisti, quindi incrociamo le dita e speriamo che l’aria di mare possa far bene alle nuove arrivate.
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Articolo e foto a cura di: Andrea Aleo