Il rinnovo dei mezzi AMT nel 2019

L’anno 2019, per il trasporto pubblico genovese, è stato caratterizzato da un significativo rinnovamento del parco mezzi di AMT: sono infatti state acquistate 118 vetture (108 nuove e 10 usate) che, grazie anche alla contemporanea radiazione di vetture più anziane, hanno contribuito a svecchiare l’età media del parco aziendale, portandola al valore attuale di circa 10,7 anni. Siamo ancora lontani da quella che dovrebbe essere l’età media suggerita dai regolamenti comunitari, ma almeno qualcosa si è mosso. La tabella sottostante riassume i nuovi acquisti indicando anche le linee dove in teoria dovrebbero essere utilizzate:

Tabella busOk

Facciamo adesso una rapida panoramica di cosa ha comportato l’arrivo di questi autobus.

I dieci Rampini elettrici in carico alla rimessa Mangini hanno di fatto mandato in pensione le vetture elettriche di vecchia generazione (Cacciamali Elfo): la capacità di poter prestare servizio durante la giornata, senza aver bisogno di continue ricariche, ha permesso di poter svolgere con le stesse vetture oltre alla linea 518 (interna all’ospedale di San Martino) anche le due linee di Nervi (516 e 517). Nel prossimi mesi è inoltre previsto un ulteriore acquisto di queste vetture con distribuzione alla rimessa di Cornigliano.

L’arrivo dei ventitre Vivacity si è rivelato un jolly prezioso. Nonostante siano arrivate con un ritardo considerevole rispetto a quanto previsto e nonostante la situazione non ottimale degli stabilimenti produttivi di Industria Italiana Autobus che le ha consegnate con allestimenti non proprio all’ultima moda, vengono spesso impiegate al posto di vetture da 10,5 metri e a volte anche al posto di quelle da 12 metri. Il loro arrivo sembrava dover mandare in pensione buona parte degli Autodromo Tango, ma al momento non ci sono state radiazioni massive ed al massimo si è registrato qualche spostamento di vetture di 9 metri da Gavette a Cornigliano.

I dieci Irisbus Citelis hanno permesso a Sampierdarena di poter gestire la linea 66 con vetture larghe 2,50 metri (e non 2,55), recuperando prezioso spazio per le manovre nei vari incroci. Nonostante siano vetture del 2009/2010 provenienti dalla loro dismissione da parte di TT Trieste, si stanno rivelando un acquisto valido.

Abbastanza paradossale è la situazione degli Urbanway: alla fine di dicembre 2019 risultavano tutti consegnati presso l’officina genovese dove sono stati fatti gli ultimi allestimenti, ma al 12 gennaio 2020 solamente sei vetture stanno svolgendo servizio con le rimanenti cinque in attesa di essere trasferite alla rimessa di Cornigliano, il tutto in evidente contrasto con quanto pubblicato sulle news del sito ufficiale di AMT che vorrebbero dall’ 01/01/2020 la linea 3 svolta integralmente con vetture ibride.

L’acquisto del FIAT Ducato ha permesso inoltre di poter mandare in pensione il vecchio Pollicino, così adesso AMT ha in dotazione tutte vetture con aria condizionata per il servizio disabili.

Originariamente sarebbero dovuti arrivare altri diciassette Menarini Citymood in taglia 10,5 metri, poi varie vicende che qui non stiamo ad esaminare, hanno portato invece all’arrivo di venti Mercedes Benz O 530 Citaro K. Queste macchine, tutte date in carico alla rimessa Mangini, hanno permesso la radiazione dei dinosauri Bredabus 2001.10 (del 1990/1991); una svolta epocale che non è stata indolore, visto che erano macchine gradite a buona parte del personale, sia per la loro grande capacità di carico sia per la loro duttilità in servizio sulle linee 35 e 44.

Chiudiamo questa analisi con le quarantatre vetture Mercedes Benz O530 Citaro G, suddivise tra le rimesse di Sampierdarena e Cornigliano. Il loro arrivo ha mandato in pensione gli Irisbus 491 Cursor di Cornigliano e i BredaMenarinibus 321U, per gli appassionati i Bredoni, dal loro rumore inconfondibile; inoltre alcuni Van Hool sono stati mandati a Gavette, cercando così di rendere più omogeneo il parco mezzi di questa taglia tra le varie rimesse.

Purtroppo la situazione del parco mezzi AMT è ancora critica, in quanto molto spesso si vedono su svariate linee, comprese quelle di forza, vetture di taglia inferiore rispetto a quelle che dovrebbero esserci, il che comporta vetture sovraffollate con conseguenti disagi per l’utenza.

Inoltre alcune di queste vetture, anche se nuove, hanno avuto e stanno tuttora avendo alcune problematiche inerenti prevalentemente il sistema di monitoraggio (Si.Mon) e soprattutto, essendo in garanzia, patiscono fermi più lunghi del previsto perché bisogna aspettare l’intervento della casa costruttrice per effettuare le varie riparazioni.

Di strada da fare ce ne è pertanto ancora molta nonostante nel corso del 2020 siano previsti ulteriori arrivi di nuove vetture che dovrebbero garantire un ulteriore svecchiamento del parco mezzi e si spera soprattutto un miglior confort di viaggio.

Ma non bastano i nuovi arrivi, se poi non viene fatta con continuità e attenzione la manutenzione (i recenti casi di principio di incendio di due Van Hool ne sono la prova più eloquente) e soprattutto se non viene attuata una concreta politica per rendere veramente appetibile il servizio pubblico a discapito di quello privato.

Articolo e foto a cura di: Andrea Aleo

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