5 domande a…Corrado Bozzano

E’ indubbio che le dirette dedicate ai libri sul TPL organizzate da Genova Underground abbiano riscosso molto successo e tale gradimento è stato riscontrato anche da parte di diversi autori stessi dei volumi che abbiamo proposto. Proprio per questo abbiamo deciso di intervistare uno di essi, in modo tale che ci raccontasse un po’ la sua esperienza in questo campo. Corrado Bozzano nasce nel gennaio del 1945 a Genova (dove abita tuttora), sposato con due figli. Dopo il diploma e il servizio militare fu assunto al Banco di Chiavari e della Riviera Ligure e ben presto destinato ai Servizi della Direzione Generale, fra i quali l’Organizzazione, del quale nel tempo divenne responsabile. Il settore bancario (in particolare in quei servizi specializzati) gli piaceva molto, anche se la prima domanda di lavoro (senza successo perché in quel momento non c’era necessità di impiegati) la inviò alla SATI, importante società di autolinee.

1) Corrado Bozzano da dove nasce la tua passione per il trasporto pubblico? Quando hai iniziato ad appassionarti e a maturare l’idea di scrivere su questo argomento?

Non so dire come sia nato questo interesse. Da ragazzini, un po’ tutti eravamo attratti dai diversi mezzi di trasporto, sia reali, sia riprodotti nei giocattoli e nel modellismo. Oltre ai veicoli, però, fui subito interessato dal servizio, iniziando da quello genovese ma ben presto di tutta la regione: le linee delle diverse imprese, la tipologia e le particolarità delle concessioni, i relativi orari. Conseguentemente ero venuto a conoscere anche le più piccole località, seguendo i percorsi delle autolinee gestite dalle numerose concessionarie di allora ed aggiornandomi con le successive continue variazioni. L’idea di scrivere qualcosa sui trasporti mi venne invece molti anni dopo, sia perché dapprima non pensavo che l’argomento potesse rivestire interesse (su questo iniziò a farmi un po’ ricredere l’uscita nel 1965 del libro Signori in vettura di Ogliari e Sapi), sia, soprattutto, perché inizialmente disponevo soltanto di dati “praticamente attuali”, che erano alla portata di tutti.  Dalla conoscenza della situazione dei servizi nella seconda metà del Novecento, avevo intanto iniziato le ricerche sulla prima parte del secolo, ricorrendo alle più diverse fonti di informazioni, per cui, disponendo anche di notizie ed immagini “storiche”, mi sarebbe piaciuto pubblicare qualcosa (avrei iniziato dai “Celere” di Genova o dall’area del Tigullio) ma, per i crescenti impegni di lavoro, mi ero ormai rassegnato ad attendere la pensione. Una sera, però, fui chiamato dagli amici Roberto Pastore e Claudio Serra: preparavano un libro sulla ferrovia Genova-Ovada-Acqui e volevano completarla con il trasporto su strada in quel territorio. Subito d’accordo, fummo in tre a predisporre La Freccia del Turchino, al quale seguirono diversi altri libri, con un sodalizio duraturo (ma non esclusivo, pubblicai anche volumi con altri amici, a seconda del territorio), grazie ad una visione comune sui criteri da seguire. Curavo in particolare la parte su gomma, anche se ci scambiavamo reciprocamente note ed osservazioni per completare quanto preparato da ciascuno e dare la necessaria uniformità ai testi.

2) Nell’era di internet, quali sono le difficoltà che si continuano a riscontrare nel reperimento di materiale storico destinato a libri di nicchia come i tuoi?

Le mie ricerche storiche, che tendevano dapprima ad individuare l’inizio, località per località, dei servizi pubblici a motore, creati ex novo o quasi sempre derivanti da precedenti collegamenti a trazione animale, con il tempo riguardarono anche a questi ultimi, che avevano le medesime caratteristiche e normative, salvo la diversa trazione. Le difficoltà in queste ricerche – che mi ricordano, mi si passi il termine, l’archeologia (anche in questo caso, più si viene a conoscere, più ci si accorge che occorre trovare qualcosa che esisteva ancor prima) – con il retrocedere nel tempo evidentemente aumentano. La documentazione cartacea prodotta nel tempo fu incalcolabile: corrispondenza fra imprese ed Enti, atti notarili, delibere comunali, verbali di assemblee societarie: già ai tempi della trazione animale, anche una semplice variazione di orario comportava una nutrita corrispondenza fra più parti. Molta di questa carta sarà purtroppo ormai distrutta (invii al macero, incendi, eventi bellici) ma ne esiste certamente molta ancora in tanti archivi: qui occorre distinguere fra quelli “storici”, o comunque costituiti per essere consultati dal pubblico, e quelli “normali” di aziende od enti ai diversi livelli (non accessibili al pubblico). Se la consultazione dei primi – attuale periodo Covid a parte – non crea di norma problemi (salvo il tempo per recarvisi, quando lontani dalla propria residenza), per gli altri il discorso è naturalmente più complicato perché, accertatane l’esistenza, giustamente occorre inviare una motivata richiesta o chiedere un appuntamento, recarsi in loco, e soprattutto – una volta ottenuto l’accesso con il distacco di un dipendente che presenzi alla visita – trovare un archivio con cartelle e faldoni che nel tempo siano stati classificati e ordinati correttamente e razionalmente (situazione non scontata, purtroppo, in decenni e decennì di operatività). Da tempo sono state adottate in certi settori soluzioni di archiviazione elettronica, che rendono disponibili in rete documenti o pubblicazioni, anche se per ora si tratta di iniziative molto positive ma numericamente limitate. Penso alla documentazione sul settore che seguo, ma si tratta di una infinitesima parte di tutta quella prodotta negli anni per le diverse attività, economiche e meno, pubbliche o private, e ancora conservata. Un lavoro immane, con necessità di risorse già soltanto per la sua programmazione, con criteri di selezione validi e uniformi, almeno per gli enti della stessa categoria.

3) Quanto peso credi che possa avere la narrazione dell’evoluzione del TPL per poter anche raccontare i cambiamenti socioeconomici di una città, di una regione o addirittura di un paese?

l trasporto pubblico locale, con i suoi alti e bassi (fra indispensabile, utile, necessario, a seconda del periodo e del territorio), è stato intimamente legato alla vita quotidiana dei cittadini, per cui i libri che scriviamo – più storici che tecnici – con l’evoluzione dei servizi parlano di quella dei relativi contesti. Inoltre, queste pubblicazioni sono sempre ampiamente illustrate, e le sole immagini sono sufficienti a evidenziare come sia cambiata la vita nel corso del tempo. L’esistenza del trasporto pubblico non ha soltanto assecondato le varie attività, economiche e non, ma in certi casi le ha rese possibili: un solo esempio, dall’ultimo volume Dalle ruote alle ali sul trasporto pubblico a Sestri Ponente: da Savona a Genova le diligenze dell’Ottocento impiegavano oltre sei ore, con sosta intermedia per il cambio dei cavalli. Fra Genova e Torino ne occorrevano ventuno, con il pernottamento a metà strada. Oltre una certa distanza dalle città o dalle fabbriche, con tali tempi di viaggio in andata e ritorno, quanto ne sarebbe rimasto per una giornata lavorativa? I pendolari nacquero con la ferrovia, seguita poi dalle tranvie elettriche e dalle prime autolinee. Anche per il tempo libero l’evoluzione del trasporto pubblico locale fu parallela a quella delle abitudini e dei costumi: attorno alla metà del Novecento, nella buona stagione la domenica vi erano, per la stessa partenza mattinale verso località collinari allora molto apprezzate, anche due o tre autobus (in bis o in ter, come si diceva), e per le più vicine erano previste ulteriori frequenti corse pomeridiane per trascorrere anche solo qualche ora “in campagna”. Su certe linee gli orari festivi prevedevano più corse che in quelli feriali, mentre, con il passare degli anni, il servizio festivo è andato via via riducendosi, e per diversi abitati minori le corse sono ormai soltanto feriali. Non dimentichiamo i servizi Gran Turismo, che nei decenni scorsi “crearono utenza”, offrendo a turisti e residenti opportunità altrimenti non fruibili, anche a beneficio degli esercizi commerciale delle località di destinazione.

4) A quale libro sei più affezionato? Magari hai qualche aneddoto da raccontarci…

E’ una risposta difficile… potrei dire Una Fiumana bella o Un autobus chiamato Celere, ma solo perché erano quelli che desideravo fare da anni… In realtà, di tutti quelli che abbiamo fatto ho un ottimo ricordo, anche perché, pur partendo da un buon livello di conoscenza generale degli argomenti di volta in volta trattati, abbiamo voluto sempre approfondirla con ulteriori ricerche e visite sui relativi territori, apprendendo quindi qualcosa di nuovo. Personalmente preferisco comunque pubblicazioni relative ad un territorio limitato, così da approfondire meglio e nel dettaglio l’evoluzione di quei servizi, con riferimenti, citazioni, aneddoti e immagini su quanti vi operarono direttamente, titolari, soci e dipendenti delle imprese. Aneddoti ne abbiamo raccontati molti, in ogni libro, che più trattare il trasporto pubblico offrono spaccati sulla vita di allora. Da quando, ai primi del Novecento, era più semplice acquistare un autobus che trovare un autista con patente adeguata, agli anni del secondo dopoguerra, quando d’inverno, nell’entroterra, per le prime corse operaie verso la città, titolari e dipendenti ben prima dell’alba accendevano un fuoco sotto il motore degli automezzi per facilitarne l’accensione, all’impresa concessionaria di una linea per un’area industriale con due sole corse, una la mattina ed una la sera per riportare i lavoratori, che avrebbe avuto il problema di lasciare inoperosi per l’intera giornata dipendenti ed autobus… Problema risolto facendo prendere la patente a parenti – operai in una di quelle fabbriche – che di giorno lavoravano in tuta e la mattina e la sera erano in divisa da autista e bigliettaio.

5) Hai dei libri in cantiere per il futuro? Puoi anticiparci qualche cosa?

Da tempo stavo preparando con Claudio Serra un volume sulla storia del trasporto pubblico in Val Bisagno e nella Val Trebbia ligure, dalla trazione animale ai giorni nostri. Eravamo piuttosto avanti, ma la pandemia ci ha impedito di fare una serie di accertamenti per completarlo. Speriamo – prima di tutto ovviamente per la salute di tutti – di uscire dal tunnel nei prossimi mesi. Poi avrei in programma, con Achille Pennellatore di Sanremo, un libro sulla provincia di Imperia. Un lavoro piuttosto impegnativo se fatto, come vogliamo, accuratamente. Inoltre, molti dei libri usciti sono andati esauriti, per cui potrebbe essere utile riprenderli in esame, ma non come semplice ristampa: le nostre ricerche sulla storia di questo settore infatti proseguono, indipendentemente dalla produzione o meno di libri, per cui alla ristampa preferiamo la nuova edizione aggiornata (come abbiamo già fatto per due di questi, La freccia del Turchino e Un autobus chiamato Celere). Questa però, a differenza dalla ristampa comporta sempre lavoro, sia per l’aggiornamento ai giorni nostri, sia per l’inserimento di dati o notizie del passato successivamente reperite. Nel caso decidessimo, occorrerebbe naturalmente la valutazione di un editore, giustamente direttamente interessato all’aspetto e alla convenienza commerciale di queste iniziative. Per parte mia mi limito a questo, che sarebbe già tanto, non voglio fare progetti da quarantenne, avendone ben di più!

Ringraziamo Corrado Bozzano per la sua disponibilità e concludiamo questo spazio a lui dedicato con l’elenco delle sue opere che potete trovare qui di seguito:

  • 1999La Freccia del Turchino..(C. Bozzano – R. Pastore – C. Serra)Compagnia dei Librai (1)
  • 2002 – Da Genova alla Valle del Po..(C. Bozzano – R. Pastore – C. Serra) – Compagnia dei Librai
  • 2003 – Una Fiumana bella..(C. Bozzano) – Nuova Editrice Genovese
  • 2004 – Prendiamo il Laviosa..(C. Bozzano – R. Pastore – C. Serra) – Nuove Edizioni del Giglio
  • 2005 – Un autobus chiamato “Celere”..(C. Bozzano – R. Pastore – C. Serra) – Nuova Editrice Genovese (2)
  • 2007 – Genova-Savona andata e ritorno..(C. Bozzano – R. Pastore – C. Serra) – Fratelli Frilli Editori
  • 2007 Polvere di STEL (Alfano – Anfossi – Bozzano – Nigrelli – Pennellatore) – Nuova Editrice Genovese
  • 2008 – Le autolinee della Riviera..(C. Bozzano – P. Mussapp – M. Tarditi) – Fratelli Frilli Editori
  • 2010 – Tra mare e monti da Genova alla Spezia..(C. Bozzano – R. Pastore – C. Serra) – Nuova Editrice Genovese
  • 2011 – Una corriera per Sant’Olcese..(G. Bevegni – C. Bozzano) – Nuova Editrice Genovese
  • 2012 – Una corriera per Pedemonte..(G. Bevegni – C. Bozzano) – Nuova Editrice Genovese
  • 2014 – Genova in salita..(C. Bozzano – R. Pastore – C. Serra) – Nuova Editrice Genovese
  • 2016 – Storia illustrata della Ferrovia Genova-Casella..(C. Bozzano – R. Pastore – C. Serra) – Edizioni il Geko
  • 2018 – Dalle ruote alle ali..(C. Bozzano – C. Serra) – Edizioni il Geko

 

Note:

(1) Nel 2008 seconda edizione a cura Nuova Editrice Genovese

(2) Nel 2013 seconda edizione a cura Nuova Editrice Genovese

Intervista a cura di: Luca Bono

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